Il concetto di pronazione (la fisiologica rotazione del piede verso l'interno) e supinazione (il contrario: una certa rigidità articolare non consente di completare il processo fisiologico di pronazione e il runner appoggia all'esterno anche l'avampiede), era un concetto utilizzato negli anni 80 quando, entrando in un negozio il tecnico proponeva un modello in sintonia col tipo di appoggio.
Ci si è accorti poi che non sempre, la correzione dell'appoggio portasse a vantaggi per il runner, ma bensi poteva anche rompere equilibri fisiologici e creare problemi durante la corsa.
Oggi di quell'approccio è rimasto solo il concetto di stabilità: poiché un eccesso di pronazione rende instabile la corsa, i modelli "stabili" si limitano a correggere tale eccesso. Non esistono scarpe per supinatori perché la correzione del problema contrasterebbe con la loro rigidità articolare.
Una volta definito che il supinatore non deve acquistare scarpe stabili, restano ancora 3 varibili per la scelta delle scarpe da running:
- Quale tipologia di scarpa (vedi Classificazione Scarpe da Running, A0, A1, A2, A3 ecc)
- Quale Marca
- Quale Modello
Riguardo agli ultimi 2 punti per il runner principiante il consiglio è che la scarpa sia di ottima fattura e comoda alla calzata, non esistono marche o modelli ideali. Per quanto riguarda il corridore evoluto, attento alla prestazione, è molto importante scegliere, come scarpe da gara, scarpe flessibili e orientarsi verso una marca compatibile con la sua meccanica di corsa. Semplificando, poiché ogni marca usa una tecnologia ben precisa (spesso proprietaria), il mercato delle scarpe offre marche orientate a scarpe secche (adatte a chi è molto elastico, per esempio soprattutto i giovani) e a scarpe morbide (adatte a chi elastico non è). Quindi nella scelta della scarpa verificate sempre le tecnologie dei singoli modelli.